Per le persone che hanno ottenuto il riconoscimento dello stato di handicap grave e per chi le assiste esistono alcune agevolazioni che riguardano l’ambito lavorativo, previste dalla legge 104 e da altre norme.
In generale, i riposi, i permessi e i congedi previsti sono utilizzabili dai lavoratori dipendenti se il disabile grave da assistere non è ricoverato a tempo pieno (per tutte le 24 ore).
Non hanno diritto a questi benefici i lavoratori domestici e a domicilio.
Assistenza a familiari disabili: permessi e congedi per legge 104
Permessi giornalieri per legge 104
Il lavoratore che assiste un familiare disabile grave, parente o affine entro il 2° grado (o entro il 3° grado, in specifiche situazioni), ha diritto a 3 giorni di permesso mensile per legge 104, utilizzabili anche in maniera continuativa.
I permessi giornalieri per legge 104 per assistere il familiare disabile grave possono essere utilizzati dal lavoratore, a condizione che il familiare non sia ricoverato a tempo pieno.
I permessi giornalieri per legge 104 sono sempre retribuiti e coperti da contribuzione figurativa utile per la pensione.
Dal 13 agosto 2022, fermo restando il limite complessivo di 3 giorni, per l’assistenza allo stesso individuo con disabilità grave, il diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti che possono fruirne in alternativa tra loro.
Nel caso in cui il lavoratore debba assistere più disabili gravi può ottenere permessi per ciascuno dei disabili di cui si prende cura, a condizione che l’assistito sia il coniuge o un parente di 1° grado oppure di 2° grado (in specifiche situazioni).
Congedo straordinario per assistere disabili gravi
Il congedo straordinario può essere richiesto per assistere disabili gravi per una durata massima complessiva di 2 anni, per ogni persona assistita e nell’arco dell’intera vita lavorativa.
A chi spetta il congedo straordinario:
- coniuge o parte dell’unione civile convivente/convivente del disabile grave;
- padre o madre, anche adottivi, nel caso in cui il coniuge del disabile grave manchi o sia deceduto oppure sia affetto da patologie invalidanti;
- uno dei figli conviventi del disabile grave, nel caso in cui padre o madre, anche adottivi, manchino o siano deceduti oppure siano affetti da patologie invalidanti;
- uno dei fratelli o delle sorelle conviventi del disabile grave, nel caso in cui i figli conviventi del disabile manchino, siano deceduti o siano affetti da patologie invalidanti;
- uno dei parenti o affini entro il 3° grado conviventi del disabile grave, nel caso in cui altri familiari del disabile – idonei a prendersene cura – manchino, siano deceduti o siano affetti da patologie invalidanti.
Il congedo straordinario non spetta se il disabile è ricoverato a tempo pieno in istituti specializzati, a meno che la presenza del familiare non sia richiesta dalla struttura sanitaria che lo ospita.
Il lavoratore ha diritto a beneficiare del congedo entro 30 giorni dalla richiesta.
Il congedo straordinario per assistere disabili gravi può essere utilizzato in modo continuativo o frazionato.
Durante il congedo il lavoratore non può svolgere alcun tipo di lavoro.
Al lavoratore spetta un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione.
Il periodo di congedo straordinario è coperto fino a un certo importo da contributi figurativi, utili per la pensione.
Assistenza a figli disabili gravi: i diritti dei genitori
I genitori lavoratori dipendenti, anche adottivi o affidatari, con figli disabili gravi possono assentarsi dal lavoro grazie ad appositi permessi.
Figli disabili gravi fino a 3 anni: permessi giornalieri orari per i genitori
I genitori di figli disabili gravi con meno di 3 anni possono utilizzare 2 ore di permessi giornalieri orari se lavorano per almeno 6 ore, oppure 1 ora se l’attività lavorativa è inferiore alle 6 ore.
I permessi giornalieri orari possono essere richiesti soltanto se il bambino non è ricoverato a tempo pieno in istituti specializzati.
Se entrambi i genitori sono lavoratori dipendenti, i permessi giornalieri orari sono utilizzabili, in alternativa, dalla madre o dal padre.
Al lavoratore spetta un’indennità pari al 100% della retribuzione.
I riposi sono coperti da contributi figurativi fino a un certo importo e possono essere integrati con il riscatto o con i versamenti volontari.
Figli disabili gravi fino a 12 anni: prolungamento del congedo parentale
La lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre di figlio disabile grave hanno diritto al prolungamento del congedo parentale, utilizzabile fino ai 12 anni del bambino se quest’ultimo non è ricoverato a tempo pieno in istituti specializzati, a meno che la presenza del genitore non sia richiesta dalla struttura sanitaria che lo ospita.
Il prolungamento del congedo parentale può iniziare dopo la fine del congedo parentale ordinario e essere utilizzato dai genitori, in maniera continuativa o frazionata, per un periodo massimo non superiore a 3 anni (compresi i periodi di congedo parentale ordinario).
Il prolungamento del congedo parentale può essere utilizzato in alternativa ai permessi orari per figli disabili gravi minori di 3 anni.
Per tutta la durata del congedo, il lavoratore ha diritto a una indennità giornaliera pari al 30% della retribuzione, a meno che il contratto collettivo non preveda un trattamento più favorevole.
Anche i periodi di congedo parentale prolungato sono coperti da contribuzione figurativa utile per il diritto e la misura della pensione.
Figli disabili gravi: i permessi mensili legge 104
La lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, anche adottivi o affidatari, di un disabile grave hanno diritto ai permessi mensili di 3 giorni, se il disabile non è ricoverato a tempo pieno in istituti specializzati.
I permessi mensili possono anche essere frazionati in permessi orari.
I permessi mensili a ore o a giornata intera sono sempre retribuiti e sono coperti da contribuzione figurativa utile per la pensione.
Il permesso spetta al genitore lavoratore dipendente anche se l’altro non lavora o ha un rapporto di lavoro a domicilio o domestico.
Assistenza a familiari disabili: agevolazioni per i lavoratori per legge 104
Legge 104: richiesta di part time
In alcuni casi particolari, i lavoratori che fanno richiesta di part time per assistere familiari disabili hanno la priorità a trasformare il contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
Nello specifico, le situazioni che possono dare diritto alla trasformazione in base alla richiesta di part time sono:
- coniuge, figli o genitori del lavoratore con patologie oncologiche o gravi patologie cronico-degenerative;
- convivente disabile grave con totale e permanente inabilità lavorativa, che ha bisogno di assistenza continua perché non è in grado di compiere gli atti quotidiani della vita;
- figlio convivente portatore di handicap oppure di età non superiore ai 13 anni.
Legge 104: esonero dal lavoro notturno
Il lavoratore che ha a carico un disabile non è obbligato a prestare lavoro notturno (dalle ore 24 alle ore 6). La richiesta di esonero dal lavoro notturno va presentata in forma scritta al datore di lavoro entro le 24 ore precedenti l’inizio previsto del turno di lavoro.
Legge 104: divieto di trasferimento
La legge 104 prevede che il lavoratore che assiste un familiare disabile grave debba dare il proprio consenso per il trasferimento in altra sede, altrimenti il trasferimento è vietato.
Legge 104: scelta della sede di lavoro
Per il genitore di disabile grave e per chi assiste un parente disabile entro il 2° grado (o 3° grado in specifiche situazioni) la sede di lavoro può essere scelta in base alla vicinanza al domicilio della persona da assistere.
Il diritto viene accolto dall’azienda se possibile.
Smart working per i lavoratori che assistono familiari disabili
I lavoratori che hanno figli disabili gravi hanno la priorità nell’accoglimento della richiesta di smart working da parte del datore di lavoro.
Per ulteriori informazioni e per ricevere assistenza, rivolgiti alla sede Inas Cisl più vicina.