LETTERA DEL PRESIDENTE SORGI
“A poco tempo dall’assunzione della responsabilità dell’Istituto mi trovo a presentare una nuova edizione, ormai la quarta, del nostro bilancio sociale.”
La decisione presa alcuni anni fa – in un momento in cui l’istituto del patronato era sottoposto ad una delle ricorrenti serie di attacchi allo stesso tempo strumentali e poco fondati – di dotarsi di uno strumento di rendicontazione, di gestione e di comunicazione, si è alla lunga rivelata lungimirante. Un passo non facile: per la prima volta una struttura del mondo sindacale si apriva completamente all’esterno comunicando in maniera trasparente, e per quanto possibile esaustiva, una serie di informazioni e di dati relativi al proprio operato ed ai risultati ottenuti, presentando successi ma non nascondendo limiti e ambiti di miglioramento.
Un esempio che purtroppo non è stato seguito da molti, nelle sue varie articolazioni, contrariamente a quanto avvenuto nel settore delle associazioni che operano nel sociale e nello stesso campo degli enti previdenziali e locali. Una maggiore presenza dei sindacati e delle loro organizzazioni nel movimento per la rendicontazione sociale da un lato rafforzerebbe il movimento stesso contribuendo a superarne limiti e punti di debolezza e, dal- l’altro, consentirebbe ai sindacati una più precisa e completa rappresentazione del proprio essere e del proprio operato, prima di tutto verso i propri iscritti, i lavoratori, le controparti e l’opinione pubblica in genere. L’esperienza dell’INAS dimostra che aprirsi ai portatori di interessi, stabilire con loro un rapporto sempre più fondato sulla reciproca conoscenza e fiducia, consente di creare le condizioni per un continuo miglioramento dell’agire dell’Istituto e per un raggiungimento sempre più completo degli obiettivi, sia sul piano qualitativo che quantitativo. Sul piano gestionale le indicazioni che via via sono state raccolte anche grazie alle indagini che accompagnano regolarmente la redazione del bilancio sociale – ed in parti- colare quelle sulla qualità dei servizi offerti e del grado di soddisfazione degli utenti – si sono rivelate utilissime per mettere a fuoco le questioni ancora aperte, i bisogni non ancora soddisfatti, gli interventi da realizzare per raggiungere l’obiettivo istituzionale e per rendere effettivo il nostro modo di declinare i valori di solidarietà sociale su cui si fonda il sindacato di cui facciamo parte: assistere, tutelare, offrire consulenza a tutti i cittadini. Non meno importanti i risultati ottenuti sul piano della comunicazione. Con questo non voglio dire che sono terminati gli attacchi al patronato da alcuni visto come un momento importante della presenza sindacale in Italia e quindi da smantellare o da indebolire con ogni mezzo per poter più facilmente realizzare l’obiettivo del profitto. E’ però certo che la strumentalità e l’infondatezza di certe accuse è più facile da cogliere. Non sono mancati in questi anni, credo anche grazie alla diffusione del nostro bilancio sociale, alcuni mutamenti di posizione nei confronti dei patronati. Il grande lavoro svolto da noi, così come dagli altri patronati delle grandi organizzazioni sociali, a favore dei più deboli e dei più bisognosi, in Italia ed all’estero, trova la sua più chiara esplicitazione nei dati che rendiamo noti e soprattutto nel grado di soddisfazione dei nostri utenti che di anno in anno è più elevato.
Ovviamente non mancano aspetti della gestione e della organizzazione su cui è necessario impegnarsi per affrontare una realtà sempre più complessa, sia dal punto di vista dei bisogni che di coloro che si rivolgono al patronato per essere assistiti: orientare i giovani sulla previdenza complementare, aiutare gli immigrati nel rinnovo dei permessi di soggiorno, favorire la diffusione di una vera cultura della sicurezza per prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, informare i cittadini in merito ai servizi socio- assistenziali presenti sul territorio non sono che alcuni esempi nei nuovi compiti e dei nuovi utenti del patronato. Per rispondere in maniera adeguata il nostro Istituto è da tempo impegnato in una profonda opera di ridefinizione della propria strategia, di riorganizzazione a tutti i livelli organizzativi, dalla struttura centrale all’ufficio zonale, e di sviluppo delle competenze e di valorizzazione delle potenzialità delle risorse umane dell’INAS. Anche di questo, tramite il bilancio sociale, stiamo dando la più ampia informazione a tutti i portatori di interessi. Un’attività di miglioramento continuo che coinvolge tutti i livelli di responsabilità da quelli centrali a quelli locali e che avrà successo nella misura in cui tutti si sentiranno impegnati a realizzarlo.
Presidente INAS
Antonino Sorgi