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Pensioni quota 100: si può continuare a lavorare?

22/02/2019

Le pensioni quota 100 sono cumulabili esclusivamente con i redditi da lavoro autonomo occasionale fino a un massimo di 5.000 € lordi all’anno.

Pensioni quota 100: quando la pensione viene sospesa

Per chi sceglie di andare in pensione con quota 100, è fondamentale sapere che questa formula di anticipo pensionistico non è cumulabile con tutti i redditi derivanti dal lavoro, dipendente, autonomo e parasubordinato.

L’incumulabilità delle pensioni quota 100 con i redditi da lavoro si verifica solo in caso di produzione effettiva di reddito.

L’incumulabilità con i redditi in questione vale per il periodo compreso tra la data di decorrenza della pensione e la data di maturazione dell’età pensionabile.

Chi ottiene, in questo periodo, redditi che derivano da lavoro dipendente o autonomo – svolto anche all’estero – si vedrà sospendere la pensione con quota 100 per l’anno in cui i redditi sono stati prodotti. Questo non accade, invece, se i redditi ottenuti dopo la decorrenza della pensione sono riferiti ad attività svolte in periodi precedenti.

Pensioni quota 100: quando si può avere la pensione e un reddito da lavoro

La pensione quota 100 è cumulabile fino a 5.000 € con i redditi ottenuti grazie al lavoro autonomo occasionale, cioè nel caso di prestazioni lavorative:

  • non continue e durature;
  • non coordinate dal committente e svolte al di fuori dell’azienda o del ciclo produttivo;
  • pagate con ritenuta d’acconto;
  • escluse dall’obbligo contributivo alla gestione separata, fino a 5.000 €.

Il superamento del limite di 5.000 € lordi all’anno, a prescindere dal numero dei committenti delle prestazioni occasionali, comporta la sospensione della pensione per l’intero anno di produzione del reddito.

Di conseguenza i titolari di pensione devono comunicare immediatamente all’Inps lo svolgimento di:

  • attività lavorativa, diversa da quella autonoma occasionale da cui deriva un reddito anche inferiore a 5.000 €;
  • attività autonoma occasionale da cui deriva, anche solo in previsione, un reddito superiore a 5.000 € lordi all’anno.

L’Inps potrà, così, procedere alla sospensione della pensione, recuperando eventuali rate corrisposte indebitamente.

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