Quota 100, ape sociale e opzione donna stanno per andare in pensione, almeno nella veste con cui le abbiamo conosciute negli ultimi 3 anni. Tuttavia per chi, entro fine anno, matura i requisiti previsti da queste formule fino a oggi, sarà possibile procedere con il pensionamento anche l’anno prossimo.
Quota 100
Per quanto riguarda quota 100, che non è stata confermata per il 2022, bisogna avere almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021. Hanno ancora la possibilità di sfruttarla gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (Fondo pensione lavoratori dipendenti e gestioni speciali dei lavoratori autonomi) e alla gestione separata; gli iscritti a forme esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria (ex Inpdap, ex Ipost, ex Ferrovie); gli iscritti a forme sostitutive dell’assicurazione generale obbligatoria (ex Enpals, ex fondi speciali Inps).
Se si hanno contributi in più gestioni previdenziali e non si ha la pensione da una di queste, l’anzianità contributiva per quota 100 si può raggiungere anche col cumulo gratuito, sommando cioè i contributi maturati nelle varie gestioni.
Opzione donna
Per le lavoratrici resta attiva opzione donna, una formula di pensionamento anticipato riservata a chi, entro il 31 dicembre del 2020, aveva un’anzianità contributiva minima di 35 anni, 58 anni di età, se dipendenti, o 59 anni di età, se autonome. Con questa formula, il sistema di calcolo utilizzato è quello contributivo. La pensione decorre, a partire dalla data di raggiungimento dei requisiti, dopo 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e dopo 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Ape sociale
C’è ancora tempo anche per chi vuole ricorrere all’ape sociale, se la domanda di certificazione è stata presentata entro il 30 novembre scorso. Si tratta di una indennità che spetta a chi ha almeno 63 anni di età, almeno 30 anni di contributi o 36 anni in caso di addetti ad attività gravose. Per le donne, i requisiti sono ridotti di 12 mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di 2 anni. Questo anticipo pensionistico può essere attivato da chi è disoccupato per licenziamento, anche collettivo, o per dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale o per scadenza di contratto a tempo determinato e da almeno 3 mesi ha smesso di fruire dell’indennità di disoccupazione. Può ottenere l’ape sociale anche chi è un caregiver che assiste, da almeno 6 mesi, il coniuge, il partner unito civilmente o un parente con handicap grave convivente o affine entro il 2° grado; chi ha un’invalidità civile riconosciuta almeno al 74%; chi ha svolto un’attività gravosa, per almeno 6 anni negli ultimi 7 oppure per almeno 7 negli ultimi 10.
Inoltre, per chiedere l’indennità bisogna aver cessato qualsiasi attività lavorativa dipendente o autonoma, in Italia e all’estero; non essere titolari di altro trattamento pensionistico diretto e non essere titolari di disoccupazione o di indennizzo commercianti.
Come andare in pensione
Chi ha i requisiti e vuole capire meglio come procedere per andare in pensione con queste modalità, può rivolgersi alla sede Inas Cisl più vicina: gli operatori del patronato valuteranno la situazione specifica dell’interessato, garantendo orientamento e assistenza per l’invio delle domande.