Nel primo trimestre 2022 volano le denunce di infortuni sul lavoro: rispetto allo stesso periodo del 2021, l’Inail ha registrato un aumento del 50,9% che – insieme alla crescente incidenza dei decessi in azienda, con un + 2,2% – traccia uno scenario a dir poco allarmante. Dopo il calo drastico dei casi durante la pandemia, quando il mondo del lavoro si è fermato, è ormai consolidata la consapevolezza che con la ripresa delle attività produttive, i numeri di incidenti e malattie sul lavoro sono tornati a correre. Ne ha parlato anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione del 1° maggio: “Il costo della ripresa – ha detto – non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro”.
Nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2022 l’Inail ha ricevuto 194.106 denunce di infortunio, 65.435 in più rispetto allo stesso trimestre del 2021, di cui 189 con esito mortale. L’aumento del 50,9% è imputabile sia agli incidenti sul luogo di lavoro (+ 53,1%) che a quelli in itinere (+ 31,2%).
Le vittime sono aumentate sia tra gli uomini, con oltre 37.000 denunce in più dello scorso anno, sia tra le donne, con quasi 28.000 casi in più.
Con più di 2 morti al giorno l’emergenza è sotto gli occhi di tutti.
“I dati, commenta Gigi Petteni, presidente Inas Cisl, non possono rappresentare un banale esercizio di contabilità quotidiana: sulla base della nostra esperienza di tutela rivendichiamo da sempre, al fianco della Cisl, che la sicurezza diventi un tema all’ordine del giorno, perché il lavoro sia fonte di vita e coesione sociale, non di morte e sofferenza”.