Mobbing: che cos’è
Il mobbing è una forma di aggressione sistematica, reiterata nel tempo, esercitata dal datore di lavoro e/o da lavoratori nei confronti di un loro collega, con chiari intenti persecutori, diffamatori, discriminatori, finalizzati all’estromissione di quest’ultimo dall’azienda, attraverso l’emarginazione dalla collettività sul luogo di lavoro.
Questi comportamenti generano stress, danneggiano la sfera psicofisica, la dignità e la professionalità del mobbizzato.
Il fenomeno del mobbing colpisce sia ai livelli bassi che a quelli intermedi della gerarchia aziendale.
Mobbing: cosa fare
L’Inail garantisce un sistema di tutela in caso di malattie professionali da stress lavoro correlato professionali . Il mobbizzato è obbligato a dimostrare che la patologia è causata dall’attività lavorativa svolta.
E’ necessario che venga prodotta una documentazione puntuale che tiene conto, principalmente, dell’anamnesi lavorativa – cioè della raccolta dalla voce diretta del lavoratore di tutte le informazioni sul tipo di attività che svolge o ha svolto in passato, con particolare attenzione all’organizzazione del lavoro e alla presenza di eventuali fattori di stress –, del suo stato psicologico, delle indagini psichiatriche e/o neuropsichiatriche effettuate da medici specialisti, meglio se di enti pubblici (Asl, cliniche universitarie, ospedali, etc.). Per agevolare la dimostrazione dei casi di mobbing, sono state definite alcune linee guida per individuare gli elementi tipici che identificano il fenomeno.
Devono essere tassativamente e contestualmente provati dal lavoratore i seguenti aspetti:
- ambiente di lavoro – la vicenda conflittuale deve svolgersi sul posto di lavoro, anche se le conseguenti forme di disagio possono avere riflessi sulla vita privata e familiare della vittima;
- durata – il conflitto deve essere in corso da almeno 6 mesi, ridotti a 3, nel caso di attacchi particolarmente frequenti e intensi;
- frequenza – le condotte ostili devono essere reiterate, sistematiche e molteplici nel tempo;
- tipo di azioni ostili – le vessazioni devono appartenere ad almeno 2 di 5 specifiche categorie: attacchi ai contatti umani e alla possibilità di comunicare; isolamento sistematico; cambiamenti nelle mansioni lavorative; attacchi alla reputazione; violenze e/o minacce di violenza;
- dislivello tra gli antagonisti – la vittima deve trovarsi in una posizione costante di inferiorità non necessariamente gerarchica all’interno dell’azienda, ma che implica che la vittima di mobbing sia confinata nella posizione più debole, resa incapace di difendersi dalle strategie di attacco usate dall’aggressore;
- andamento secondo fasi successive – è necessario che la vicenda abbia raggiunto almeno la fase in cui il conflitto coinvolge una determinata vittima o gruppo di vittime, che cominciano a percepire l’inasprimento delle relazioni interpersonali e un crescente disagio psicologico;
- intento persecutorio – è necessario provare l’esistenza di un disegno vessatorio coerente e finalizzato, chiaramente ostile e negativo.
Test: sei vittima di mobbing o stress lavoro correlato?
Molto spesso è difficile distinguere tra il mobbing e un semplice disagio legato a un ambiente di lavoro disorganizzato e mal gestito.
Ecco un test che può aiutarti a capire se potresti essere vittima di mobbing o se la malattia di cui soffri potrebbe essere causata dallo stress lavoro correlato.
- Hai problemi sul lavoro?
- Ti vengono negati improvvisamente benefit o strumenti di lavoro?
- Al lavoro vieni provocato per indurti a reagire in modo incontrollato?
- Hai notato cambiamenti del tuo stato di salute?
- Non hai più interesse in quello che ti circonda, sei depresso?
- Hai problemi di ansia, attacchi di panico?
- Hai mal di testa? Soffri di dolori muscolari? Hai alterazioni del sonno? Soffri di insonnia?
- Hai notato un cambiamento del tuo comportamento (bevi di più, mangi di più, sei più aggressivo, etc.)?
Se hai risposto “Sì” ad alcune domande, forse sei vittima del mobbing e il disagio psicofisico di cui soffri potrebbe essere legato alla situazione lavorativa.